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Evoluzione ad alta velocità e il potere del generative design

Evoluzione ad alta velocità e progettazione generativa

Evoluzione ad alta velocità e il potere del generative design

Prendi la lenta evoluzione delle idee geniali, accelerala in maniera esponenziale ed ottieni il generative designprogettazione generativa. Può essere un esempio provocatorio ma non si allontana molto dalla realtà.

 

EVOLUZIONE E GENERATIVE DESIGN

 

La MIT Technology Review (https://www.technologyreview.com/s/532126/software-designs-products-by-simulating-evolution/ ) ha rilevato la correlazione tra evoluzione e generative design descrivendo le potenzialità di Autodesk Dreamcatcher  – software capace di trovare soluzioni innovative ricombinando gli elementi di progettazione creati aggiungendo poi le variabili.

 

L’evoluzione, infatti, fa proprio questo. In natura gli arti avevano diverse forme anatomiche prima che l’evoluzione naturale aggiungesse quella variabile importante che, ironia della sorte, svolge un ruolo essenziale nella nostra capacità di essere creativi e nella nostra possibilità di utilizzare al meglio i software che noi stessi abbiamo creato.

Stiamo parlando dei pollici opponibili. Non erano la priorità e i pollici opponibili non sono essenziali per sopravvivere. Ma la natura ha la capacità di ‘pensare’ fuori dagli schemi dato che ha il lusso di potersi prendere del tempo e sperimentare interagendo infinitamente con la vita.

 

Il generative design e l'evoluzione umana

 

PER PENSARE FUORI DAGLI SCHEMI, PRIMA DEVI CREARE LO SCHEMA.

 

Un aspetto della progettazione generativa può sembrare, in realtà, paradossale: i progettisti inseriscono nel software una serie di parametri e creano uno schema che limita la creatività del software. Quest’ultimo, però, genera una serie di opzioni che il progettista stesso non avrebbe mai considerato.

 

Il sito web di Autodesk Research (https://www.autodeskresearch.com/) fornisce supporto per dare ai progettisti la possibilità di inserire in Dreamcatcher una serie di informazioni per gestire al meglio il software, come ad esempio il tipo di materiale, i criteri di performance e le specifiche dei costi.

 

La progettazione generativa tecnicamente non può andare oltre i parametri settati, ma la capacità del software di creare centinaia di opzioni permette agli ingegneri di valutarle per risolvere i problemi legati al progetto e scegliere infine quella migliore. Sempre secondo il sito Autodesk Research, questo permette ai progettisti di liberarsi da anni passati a prendere decisioni predittive in base ai limiti legati al software utilizzato per progettare.   

 

La MIT Technology Review è convinta che la progettazione generativa sia in grado di creare modelli unici che vanno oltre il pensiero umano, portando alla generazione di progetti spesso non convenzionali.

Ecco l’esempio perfetto: guardiamo il forcellone di una moto progettata con Dreamcatcher ( link al sito del progetto – in inglese – http://autodeskresearch.typepad.com/blog/2015/06/designing-a-motorcycle-swingarm-with-project-dreamcatcher.html ). Per questo progetto gli ingegneri hanno inserito all’interno del software le specifiche inerenti le dimensioni ed i materiali utilizzati. Il software ha quindi disegnato un numero di iterazioni possibili, tra le quali una che assomigliava anche ad un osso pelvico.

 

Il forcellone per moto progettato con Dreamcatcher.

Il forcellone per moto progettato con Dreamcatcher.

 

Questa è un’area in cui la progettazione generativa sembra davvero mimare il processo evolutivo naturale e proprio come il DNA è in grado di contenere al suo interno migliaia di informazioni, così i dati sono il grosso il motore che sta dietro al generative design.

IL GENERATIVE DESIGN VA OLTRE IL PENSIERO UMANO

 

MIT Technology Review supporta la nozione che le creazioni di design generativi sono unici a livello oltre il pensiero umano, notando che i risultati non sempre sembrano disegni convenzionali.

Vediamo un esempio perfetto: una forcella moto progettata con Dreamcatcher.

Per questo progetto, progettisti e materiali specifiche immesse forza. Il programma poi un numero di iterazioni progettati per, tra cui uno che sembrava un osso pelvico. Questo è un settore in cui il design generativo sembra davvero mimare l’evoluzione, e proprio come la capacità di un filamento di DNA di contenere una quantità incredibile di informazioni, i dati sono realmente essenziali per l’evoluzione progettuale.

La potenza dei dati è infinita

Infinito potere ed infinite possibilità

 

Il sito Desktop Engineering (http://www.deskeng.com/de/whats-computer-think/ ha riportato le parole del CEO di Autodesk, Carl Bass: “Il cambiamento più grande è stata la possibilità di lavorare con una mole di dati molto più ricca […] dati che catturano meglio la complessità del mondo reale”. Maggiore è il  numero di dati reali disponibili, più il  software di progettazione opera in maniera migliore. Questo vale sia per la creatività che si riscontra con la progettazione generativa, sia nell’abilità dei software di simulazione di predirre il comportamento di un prodotto sin dalla fase di progettazione.

 

Avere accesso all’infinito potere insito nei dati fa si che Autodesk sia l’azienda perfetta per sperimentare e testare la progettazione generativa: la ricerca ha già permesso ad Autodesk di portare questa tecnologia sul mercato con soluzioni come Autodesk Inventor e Autodesk Within. Dando uno sguardo al potere di questi strumenti ci si rende conto che la rivoluzione della progettazione generativa è appena cominciata.

 

Per approfondimenti:

Articolo originale: https://forums.autodesk.com/t5/simulation-blog/high-speed-evolution-the-power-of-generative-design/ba-p/5975589

Autodesk Dreamcarcher: https://autodeskresearch.com/projects/dreamcatcher