
28 Apr L’arto bionico giapponese progettato con la stampa 3D
Prendi tre giovani inventori giapponesi, una stampante 3D consumer e la voglia di costruire una mano robotica a basso costo.
Il risultato è exii (http://exiii.jp/). Non è un progetto unico nel suo genere, ma ha una storia di collaborazione e innovazione interessante da raccontare.
IL PROGETTO exii
Uno dei tre inventori, Genta Kondo, viene da studi universitari sulle protesi. Ha approcciato la robotica quando è entrato a lavorare in Sony, dove ha anche iniziato ad occuparzi di prototipazione con la stampa 3D.
Grazie alla collaborazione con un ingegnere della Panasonic – Hiroshi Yamaura – costruisce un primo prototipo di protesi comandato con impulsi mioelettrici. L’arto artificiale viene alimentato da una batteria e controllato dai segnali elettrici che i muscoli umani generano con il loro movimento.
A corredare il progetto sul lato estetico una terza giovane mente: Tetsuya Konishi, un designer industriale di Osaka anch’egli tra le fila di Panasonic
E quando il progetto ha vince il James Dyson Award – un riconoscimento internazionale che premia le nuove generazioni di designer engineer – nel 2014 solleva l’interesse di Akira Morikawa, magnate della televisione nipponica che ha perso un’arto a causa di un incidente d’auto e che decide di investire nel progetto.
In nemmeno due anni il progetto viene industrializzato e ha portato al perfezionamento dell’arto con la creazione di altri due modelli.
La filosofia alla base è rimasta sempre la stessa: la produzione di protesi a basso costo (300 dollari in materiali) e la possibilità di migliorarlo grazie ad una logica opensource.
Per maggiori informazioni:
Sito Autodesk progetto Exii (in inglese) http://www.autodesk.com/customer-stories/exiii
Articolo TechinAsia (in inglese) https://www.techinasia.com/exiii-hackberry-robotic-prosthetic-arm-startup