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L’esperto del digitale: un ingegnere con conoscenze multidisciplinari e forti propensioni al mondo del software. Intervista a Roberto Spagnuolo

Intervista a Roberto Spagnuolo

L’esperto del digitale: un ingegnere con conoscenze multidisciplinari e forti propensioni al mondo del software. Intervista a Roberto Spagnuolo

 

E’ l’Ing. Roberto Spagnuolo  – BIM Structure Specialist –  il protagonista dell’intervista di oggi. Grazie alle sue skills multidisciplinari  – sia sul BIM che sullo sviluppo software – è un componente strategico del nostro BIM Team. 

 

L’INTERVISTA

 

Nel moderno approccio operativo delle aziende il Digital Twin sta diventando un elemento strategico: cosa ritieni sia importante per definire l’ ”esperto del digitale”? Conoscenze multidisciplinari, conoscenze informatiche o entrambe?

 

La digitalizzazione sta assumendo un ruolo molto importante nella società odierna. Colossi come Apple, Google, Amazon o come le nuove aziende provenienti dal mondo Cinese come Xiaomi, stanno affermando una nuova visione che si basa sull’omogeneità e sull’integrazione della propria offerta tecnologica, sia in termini di hardware che soprattutto in termini di software.

La sfida più importante, a mio avviso, è quella di concentrare l’attenzione sul tema dell’integrazione tra diverse discipline e diversi ambiti di intervento per permettere un confronto tra sistemi diversi e trovare affinità di dialogo. Queste potranno portare a notevoli risparmi in termini di tempi, economie e soprattutto in termini di facilità di gestione nei confronti dell’utente finale.

Un esperto del digitale deve avere quindi una visione d’insieme del problema, un’attenzione particolare verso l’utente finale, una conoscenza importante degli strumenti a disposizione e uno spiccato sesto senso per quelli futuri. In un mondo che corre molto velocemente, stare “al passo” sta diventando fondamentale per sopravvivere e quindi è necessario anticipare i trend e indovinare le prossime tendenze (anche rischiando) per avere successo. In tal senso l’informatica (vista sia in senso di nuovo linguaggio contemporaneo che di strumenti hardware/software) rappresenta la vera chiave di volta nello sfruttamento delle potenzialità messe a disposizione dall’era della digitalizzazione.

 

Il tuo è un ruolo di supporto a tutto il team di sviluppo in termini di analisi e soluzione di problemi del cliente: quanto le tue skills sullo sviluppo software ti hanno facilitato in questo compito?

 

Mettersi dalla parte del cliente, comprendere attentamente le loro esigenze e al contempo interfacciarsi con il proprio team trasferendogli quanto recepito, è sicuramente un modo sinergico di affrontare un qualsiasi progetto ed arrivare quindi a un risultato ottimale. I nostri settori d’intervento (infrastrutture, edilizia e manufacturing) hanno in comune qualcosa di fondamentalmente semplice: tutti affrontano i loro “problemi” con metodo ingegneristico. Il “problema” è per noi l’esigenza manifestata dal cliente: aver affrontato in passato progetti ingegneristici di diverse dimensioni e natura mi aiuta sicuramente a fronteggiare queste situazioni, perché rappresentano un bagaglio di esperienza utile a soddisfare con il giusto approccio le esigenze dei clienti.

Le discipline informatiche, seppure relativamente recenti, sono entrate a far parte in modo importante nelle nostre vite, se non direttamente sicuramente in modo indiretto grazie alla presenza di Smartphone, smart tv, internet e dispositivi IoT. Ne deriva che data la grande richiesta di lavoro ed expertise, sempre più persone acquisiscono queste competenze anche in età avanzata e sempre più ragazzi e bambini vengono formati integrando queste competenze nei programmi di studio delle scuole. Per mia esperienza queste discipline apportano un miglioramento notevole delle capacità logiche nel cercare soluzioni (problem solving) e nell’elasticità mentale nel passare da un argomento all’altro (tema che si ricollega sicuramente all’integrazione di diverse discipline).

Pertanto le skill sullo sviluppo software (che consiglio vivamente a tutti) sono altrettanto importanti quanto le conoscenze nei nostri settori d’intervento, e permettono di avviare quel gioco sinergico descritto prima.

 

Hai partecipato da protagonista a molti progetti innovativi nel mondo delle costruzioni: a quale sei particolarmente affezionato e perché?

 

Dai primissimi progetti scolastici e universitari a quelli odierni ho sempre cercato di apportare contributi innovativi. Sicuramente il progetto che mi ha più emozionato, nonostante sia già passato qualche anno, è stato il mio lavoro di ricerca di tesi di laurea. I motivi riguardano molteplici aspetti. Di certo la grande soddisfazione che mi ha portato a conquistare la tanto agognata laurea in Ingegneria e i successivi riconoscimenti attribuiti tra cui il premio “Ingegnere Innovativo” 2015 dell’ord. degli Ingegneri della Provincia di Torino.

L’importanza di quel lavoro riguarda sicuramente il “mood” con cui ho portato avanti il progetto, intriso di innovazione e attenzione ai temi multidisciplinari. Questo progetto consisteva nello sviluppo di una metodologia standardizzata ed inglobata, attraverso strumenti informatici, nelle pratiche e nei processi del Building Information Modelling (BIM) per calcolare il tempo di montaggio di strutture in carpenteria metallica in modo empirico e allo stesso tempo puntuale rispetto a quelle che sono le variabili di un cantiere edile. Quello stesso mood l’ho potuto ritrovare e coltivare solo qualche anno dopo quando, dopo aver mosso i miei primi passi nel mondo delle costruzioni e dell’ingegneria edile, sono approdato nella famiglia di Systema in un certo senso chiudendo un cerchio che si era aperto qualche anno prima proprio durante quel progetto.