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Pensare in 3D va molto oltre l’uso di una stampante

LA stampante 3D Autodesk Ember

Pensare in 3D va molto oltre l’uso di una stampante

Un punto di non ritorno si definisce come il momento in cui le piccole modifiche che apporti ad un processo diventano, di colpo, parte di un processo inarrestabile.

La stampa 3D non è un argomento nuovo ma lo è invece il cambio di mentalità da parte delle persone che approcciano questo sistema produttivo. La stampa 3D sembra essere un processo inarrestabile, ma non lo è. L’attrezzatura in sé non è l’elemento che porterà l’innovazione.

 

Quello che sta cambiando veramente è il processo mentale di chi si avvicina a questa tecnologia e ciò fa sì che anche la progettazione del prodotto finale risulti differente. Tutto ciò accade anche grazie ad un accesso sempre più facilitato agli strumenti, dagli scanner 3D, alle stampanti, ai software di design 3D. Questo nuovo livello di accesso alla tecnologia 3D si manifesta in diverse forme: è possibile accedere a makerspaces locali (da aree private a zone riservate all’interno di biblioteche pubbliche) o a servizi a pagamento, come Shapeways, 3D Hub o ProtoLabs, attraverso i quali è possibile realizzare qualsiasi cosa con costi minimi di produzione.

Ripensare la quotidianità

 

Si è detto che c’è troppo fermento attorno al mondo della stampa 3D. In parte può essere vero ma la stampa 3D offre l’opportunità di pensare in modo nuovo ed è proprio quello che è successo a Brandy Leigh Scott.

 
Brandy soffre di una patologia chiamata contrattura di Dupuytren, caratterizzata dalla flessione progressiva e permanente di uno o più dita, che rende difficile la presa nella quotidianità, impattando sia sulla sua vita personale sia sul lavoro. Ne ha parlato con la sua amica Mara Hitner, che lavora presso MatterHackers, nella vendita al dettaglio e on line delle stampanti 3D.

 
Mara è convinta che la squadra dei tecnici con cui lavora può venire incontro alle esigenze di Brandy. “Brandy è stata felicissima quando abbiamo avuto modo di trovare una soluzione al suo problema grazie a questa nuova tecnologia” dice Mara. “Certo, non si tratta di trasformarsi di colpo in Iron Man, ma a volte i progetti più semplici, a servizio di attività banali, possono fare la differenza se realizzati per una funzione specifica.”

 
Brandy ora utilizza quotidianamente una ‘pinza’ realizzata appositamente per lei, al costo di pochi centesimi, attraverso una stampante Simple Metal da 600 dollari. E può averne quante ne vuole, da tenere in borsa, in auto o a casa.”

Le pinze stampate con la stampante 3D

Brandy Leigh Scott usa le speciali pinze progettate da MatterHackers e prodotte con la stampante 3D. Courtesy MatterHackers.

 
 

“La cosa più sorprendente è l’impatto che uno strumento così semplice ha avuto nella vita di Brandy, che ora vede il mondo in maniera differente rispetto alla propria condizione” continua Mara Hitner. “Se si imbatte in un compito che trova difficile ora non si rassegna perché ha la possibilità di portarlo a termine”. E termina con un sospiro dicendo “Cosa potremmo fare di più semplice di tutto questo?”

 

Ripensare i flussi lavorativi

Per la maggior parte delle persone che utilizzano una stampante 3D la parte di “prototipazione rapida” è quella più affascinante.

 

Jason Lopes, Lead Systems Engineer presso Legacy Effects, ha cominciato ad utilizzare una stampante 3D per velocizzare la produizione. Ma Legacy Effects- nota per aver collaborato alla realizzazione di The Avengers, Avatar ed altri noti films di Hollywood basati sugli effetti speciali e l’animazione – ha scoperto la vera potenzialità di questo strumento quando ne ha acquistato uno proprio.

 

Avere a disposizione uno strumento per la stampa 3D cambia il tuo modo di pensare” dice Lopes. “La nostra azienda ha sempre fatto affidamento su agenzie esterne dotate di strumenti di fascia alta per realizzare i propri prototipi, ma pochi anni fa abbiamo acquistato una stampante 3D da utilizzare per attività in-house e, inaspettatamente, tutto ciò ha cambiato i nostri flussi di lavoro e la progettazione stessa. Con la tecnologia della stampa 3D a portata di mano le menti si sono aperte dando la possibilità di modellare direttamente i personaggi, stampando i componenti, le maschere, gli impianti necessari per completare rapidamente il lavoro e consegnarlo al cliente”.

 

I miglioramenti del flusso di lavoro non aiutano solamente progettisti ed ingegneri. Anche gli studi legali stanno sperimentando la stampa 3D.

 

James Goodnow, avvocato presso Lamber Goodnow, pensa che la stampa 3D possa offrire un nuovo modo per vedere la comunicazione. In un settore che lavora principalmente in 2D (la carta) lo studio Lamber Goodnow utilizza una stampante 3D per produrre la documentazione necessaria in diversi processi di contenzioso. “In un caso relativo ad un prodotto difettoso, ad esempio, è stato utile creare un modello tangibile del prodotto per mettere in luce un problema e mostrare come avrebbe potuto essere risolto” dice Goodnow. “Gli avvocati vogliono poter dare ai giurati qualcosa che si può vedere e toccare in questi casi”. “In casi specifici di responsabilità – come in un caso relativo al mal funzionamento di una cintura di sicurezza – un modello tangibile può essere molto convincente” continua. “E’ possibile spiegare facilmente come il prodotto avrebbe dovuto essere progettato. Immaginatevi cosa significa poter fornire un prototipo reale stampato in 3D come prova”.

 

Ripensare la progettazione e la produzione

La capacità di ottenere risultati tangibili e la velocità di produzione sta dando il via ad una vera e propria rivoluzione industriale.

 
Un esempio calzante è la presentazione fatta da SolePower durante il 3DRV National Road Trip. SolePower produce una soletta in grado di ricaricare la batteria di un cellulare grazie all’energia prodotta dalla camminata. Matt Stanton, CEO dell’azienda, spiega che con gli strumenti tradizionali CAD avrebbe impiegato 15-16 ore per progettare un nuovo modello. Con Autodesk Fusion 360 invece impiega solamente 15-20 minuti.

 
Una volta avviato il processo, il modo di pensare cambia irrimediabilmente e produce gli effetti che portano al cambiamento. Ancora una volta, si comincia a pensare in 3D, considerando tutti i limiti del caso ma anche tutto il potenziale. E quando si parla di potenziale non si può fare a meno di pensare alla prossima generazione: i giovani di oggi cresceranno pensando in 3D.

 
L’anno scorso Hp ha introdotto il sistema Sprout 3D All-in-One, una dotazione di strumenti che comprende una macchina fotografica 3D (con sensore Intel RealSense) e touch screen interattivo per permettere a studenti e professionisti di ‘catturare’ la realtà attraverso la scansione di un oggetto, con la possibilità di inserirla in un videogioco o di stamparlo in 3D.

 

HP Sprout. Courtesy HP.

HP Sprout. Courtesy HP.

 
 
Immaginate la potenzialità di sviluppo con l’utilizzo di telefonini, tablet e degli strumenti legati alla realtà virtuale. Il punto di non ritorno non si raggiunge quando una buona parte delle grandi aziende si dota della tecnologia ma quando la maggior parte delle persone ha modo di vedere le possibilità che ne derivano.

 
Aspettiamoci di vedere la vera trasformazione della produzione nel momento in cui le persone cominceranno a percepire i modi alternativi in cui è possibile progettare e produrre, ovvero quando cominceranno a pensare in 3D.

 

Articolo originale: http://lineshapespace.com/thinking-in-3d/